Data  04/11/2025 02:19:17 | Sezione Varie Varie

MARTIRI VERI E “EROI” DA UFFICIO: CHI HA DATO IL SANGUE E CHI SI PRENDE LA GLORIA SENZA FERITE.


Onori ai Caduti del Tesoro
Onori ai Caduti del Tesoro

Nel silenzio che precede il 4 Novembre, DIRPUBBLICA pubblica il “Fine Giornata” di Giancarlo Barra: un tributo ai martiri dimenticati, un canto per i Colleghi caduti, un monito contro la retorica e un invito a riconoscere la santità del sacrificio oltre ogni gloria apparente.




FINE GIORNATA

È LA RUBRICA CON LA QUALE IL SEGRETARIO GENERALE

DIRPUBBLICA COLLOQUIA PERIODICAMENTE CON I COLLEGHI

E I SIMPATIZZANTI DEL SINDACATO,

CHE HANNO RITENUTO D’ISCRIVERSI ALLA SUA

“MAILING-LIST” PERSONALE,

RACCONTANDO E COMMENTANDO FATTI E NOVITÀ RACCOLTI

NELL’ARCO DI UN DETERMINATO PERIODO O, APPUNTO,

A ...... “FINE GIORNATA”.

 

lunedì 3 novembre 2025

In memoria dei Caduti, oltre la retorica della Vittoria:

4 Novembre 1918.

Carissimi,

scrivo queste righe con il rammarico di non aver potuto, come da tradizione, deporre una corona di fiori sotto la Lapide dei Caduti del Ministero del Tesoro, oggi MEF, sita nell’atrio dello storico Palazzo delle Finanze. Un gesto che ogni anno rinnova il nostro tributo ai Colleghi di 107 anni fa, vittime della Grande Guerra.

 

Non è mia intenzione celebrare i “fasti della Vittoria” o suonare le trombe della retorica; desidero, invece, venerare le vittime degli errori altrui, proprio in questi tempi in cui si è smarrita la memoria dell’origine, della conduzione e degli esiti della Prima Guerra Mondiale, una delle più grandi tragedie dell’Umanità. L’attuale amnesia ci sta facendo ricadere negli stessi errori del passato, tanto da farmi pensare che quella guerra non sia mai davvero finita. Ma oggi, ciò che incombe non è un castigo divino: è un suicidio collettivo, opera del grande Buco Nero “succhiatutto” che è il Male scelto dagli Uomini, spesso travestito da “male necessario” o “bene superiore”.

 

Venero le vittime ricordando non solo i “Colleghi antichi” i cui nomi sono incisi nella lapide del MEF, ma tutti i 650.000 caduti italiani. E ancor di più, coloro che nessuna lapide ricorda: gli oltre 1.100 soldati italiani fucilati per motivi disciplinari: diserzione, insubordinazione, o per “dare l’esempio”. Una ferita morale profonda: italiani giustiziati da altri italiani, in nome della disciplina militare. Il quinto Comandamento è “Non uccidere”. “Sì, però… fino a un certo punto”, direbbe oggi un noto esponente della maggioranza. E così fu!

 

Vittime sante, non eroi. Gli eroi appartengono alla mitologia: sono invulnerabili, immortali. Cos’hanno a che vedere con i nostri Colleghi, uomini fragili e mortali? Oggi, nella Pubblica Amministrazione e nelle istituzioni, si moltiplicano i personaggi che amano definirsi “eroi”, attribuendo eroismo alle proprie azioni. Ma scavando, si trova ben poco di quella nobiltà che dovrebbe accompagnare tale titolo. Solo megalomania, ostentazione, vanagloria… e incoscienza. Gli altri, i veri protagonisti, sono quella moltitudine di vittime dell’altrui disumanità, santi immolati, martiri. Ma eroi, no!

 

A Santo Stefano di Camastra, in provincia di Messina, nel giardino comunale c’è un monumento ai Caduti, come in ogni paese d’Italia. Ma lì, le parole scolpite sono uniche e sublimi: “Dal sacrifizio cruento che l'era chiuse dei martiri della Patria, germogliò la vittoria che rese liberi anche i vinti.” La Vittoria, la loro Vittoria, quella del loro sacrificio, rende liberi anche i vinti!

 

Quando lessi quelle parole, mi tornò alla mente ciò che mi disse, tanto tempo fa, un Grande della DIRPUBBLICA, Raimondo Scauzillo, a proposito delle nostre battaglie sindacali per la legalità: “… noi non diremo mai ‘abbiamo vinto’ perché, quando sarà, avranno vinto tutti, anche i nostri avversari”.

E così è tuttora!

 

ULTIMO MINUTO
A queste vittime dimenticate, oggi si aggiunge Octay Stroici, operaio sessantaseienne di origini romene, morto sotto le macerie della Torre dei Conti a Roma, dove lavorava per restaurare un frammento della nostra storia. Anche lui, come i soldati in guerra, è caduto per le colpe altrui: per incuria, per superficialità, per quel Male travestito da necessità. Lo ricordiamo con dolore e rispetto, insieme a quella Pubblica Amministrazione laboriosa e silente che ha tentato di strapparlo alla morte: i Vigili Urbani di Roma, i sanitari del Policlinico Umberto I, e tutti coloro che hanno lottato per salvarlo.
Il loro impegno, discreto e instancabile, è la testimonianza più alta di una dedizione che non cerca gloria, ma compie il proprio dovere fino all’ultimo respiro. Octay Stroici non sarà una cifra in una statistica. Sarà memoria viva, come i Caduti di ogni guerra, di ogni ingiustizia, di ogni giorno.

 

Un caro abbraccio,

Vostro Giancarlo Barra.

 

Allegati:

Download   20251103_Fine_Giornata.pdf

(Fine Giornata del 3 novembre 2025 - 282,2Kb)



Tags FINE GIORNATA, VITTORIA, 4 NOVEMBRE, GUERRA, CADUTI, EROI, MARTIRI, Octay Stroici