18/09/2025 00:53:35 |
Dogane
DOGANA GENOVA 2: UNA STORIA ANTICA SENZA RISPOSTE, DIRPUBBLICA INTERPELLA ALESSE.
Genova 2 non è solo un caso locale: è il simbolo di un’amministrazione che ha scelto il silenzio. Dopo due anni di atti, richieste e lettere aperte, la Federazione DIRPUBBLICA si rivolge al Direttore Alesse per chiedere formalmente ciò che finora è mancato: verità, competenza e responsabilità. Pubblichiamo gli ultimi due atti.
Il questionario tradito
Memoria pubblica sulla vicenda Genova 2 e sul dovere di trasparenza nell’amministrazione
Federazione DIRPUBBLICA – Settembre 2025.
1. Premessa: il senso di una denuncia
Nel mese di febbraio 2023, presso gli Uffici delle Dogane di Genova 2, è stato somministrato un questionario sul benessere organizzativo, strumento brevettato e concepito per rilevare il clima interno e promuovere la salute relazionale nei luoghi di lavoro.
Secondo quanto emerso nel verbale della Guardia di Finanza del 16 aprile 2024 (proc. pen. n. 30749/2023/44), tale questionario è stato manipolato per raccogliere giudizi personali su una dirigente sindacale, ignara dell’operazione, in un contesto che ha coinvolto anche rappresentanti sindacali territoriali.
La Federazione DIRPUBBLICA ha ritenuto doveroso intervenire, non per spirito polemico, ma per difendere la dignità del lavoro pubblico e il principio di trasparenza amministrativa.
2. Le richieste: accesso civico e documentale
In data 6 maggio 2025, è stata presentata istanza di accesso civico generalizzato e documentale all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, chiedendo:
· Gli atti interni successivi alla presa d’atto della vicenda;
· le comunicazioni con altre Amministrazioni (MEF, ANAC, Funzione Pubblica;
· gli atti istitutivi delle strutture competenti in materia di benessere organizzativo;
· gli incarichi dirigenziali relativi;
· le direttive e circolari interne;
· ogni altro documento emesso a seguito di interventi esterni.
La risposta dell’Agenzia, firmata dal Direttore Operativo Paolo Lo Surdo (prot. n. 257970/RU), ha qualificato l’istanza come “esplorativa”, negando l’esistenza di atti interni e rinviando a documenti generici o già pubblici.
3. Il riesame
Con istanza del 7 luglio 2025, la Federazione ha chiesto il riesame ai sensi dell’art. 5, comma 7, del d.lgs. 33/2013, contestando:
· la genericità della risposta;
· la contraddizione logica nella negazione di atti successivi alla “presa d’atto”;
· l’omissione di risposte puntuali;
· la mancata considerazione dell’interesse qualificato della Federazione
Il RPCT, dott. Salvatore Roberto Miccichè, ha confermato il diniego con nota del 29 luglio 2025, ribadendo l’assenza di atti e richiamando il parere del Garante Privacy.
In chiusura, ha aggiunto un rilievo obliquo circa la pubblicazione del verbale della Guardia di Finanza sul sito della Federazione, sollevando dubbi sulla conformità al Regolamento UE 2016/679. Tale rilievo non è stato affrontato nella lettera aperta del 14 agosto, ma è stato ripreso e chiarito nel post scriptum della successiva istanza del 16 settembre.
4. La lettera del Ferragosto: una risposta morale, non una resa (https://www.dirpubblica.it/contents.aspx?id=5508).
La lettera aperta del 14 agosto 2025 non è una controaccusa, né tantomeno una richiesta di chiusura bonaria della vicenda. È una testimonianza pubblica, un atto di responsabilità che riafferma il valore della trasparenza e della dignità nel servizio pubblico. Richiama un episodio giovanile, un gesto di coscienza, e propone all’Amministrazione non una soluzione formale, ma un gesto simbolico: delle scuse che non cancellano, ma riconoscono. Non si tratta di “liquidare” la questione, come alcuni hanno erroneamente sostenuto, ma di affermare che anche laddove il procedimento penale sia stato archiviato, resta intatta la rilevanza amministrativa e morale della condotta. La lettera non abbandona le altre azioni in corso, né rinuncia alla ricerca della verità. Al contrario, le rilancia su un piano più alto: quello della leale collaborazione, prevista dall’art. 97 della Costituzione e dal Codice di comportamento ADM 2024. È un invito a non nascondersi dietro formalismi, ma a riconoscere il valore umano e istituzionale di ciò che è accaduto.
5. La lettera del 16 settembre: l’atto conclusivo (per ora).
A seguito della lettera aperta del Ferragosto, la Federazione ha trasmesso in data 16 settembre 2025 una nuova istanza al Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Consigliere Roberto Alesse. Tale istanza, pubblica e formale, rappresenta l’atto attualmente conclusivo della vicenda Genova 2, e mira a ottenere un chiarimento definitivo sulle responsabilità amministrative e sulle competenze interne coinvolte. La lettera, articolata e documentata, non si limita a reiterare richieste già formulate, ma le amplia e le fonda su nuovi elementi, tra cui la comunicazione interna del 4 aprile 2025 relativa alla somministrazione di un nuovo questionario. Essa chiede, ai sensi dell’art. 8 della L. 241/1990 e dell’art. 5 del d.lgs. 33/2013, l’individuazione del Responsabile del Procedimento, degli uffici competenti e l’accesso a documenti che attestino la gestione interna della vicenda e di eventuali casi analoghi. Nel post-scriptum, la Federazione chiarisce la legittimità della pubblicazione del verbale della Guardia di Finanza, ribadendo il rispetto del Regolamento (UE) 2016/679 e il bilanciamento tra tutela dei dati e interesse pubblico. La lettera viene pubblicata integralmente sul sito www.dirpubblica.it, insieme all’intervento del RPCT e alla presente memoria, come testimonianze finale di un percorso sindacale fondato sulla trasparenza, sulla legalità e sulla responsabilità istituzionale.
6. Due atti, due linguaggi: differenze comunicative e semantiche
La lettera del 14 agosto 2025 è un atto pubblico, aperto, narrativo. Parla alla coscienza dell’Amministrazione e alla comunità dei lavoratori, evocando esperienze personali e principi morali. Il suo tono è riflessivo, quasi confidenziale, e mira a suscitare una risposta etica più che procedurale.
La lettera del 16 settembre 2025, invece, è un atto formale, giuridicamente fondato, rivolto direttamente al vertice amministrativo. Utilizza un linguaggio tecnico, normativo, e si articola in richieste precise, documentate e circoscritte. Non cerca una risposta simbolica, ma una risposta operativa. In sintesi: la prima interpella la coscienza, la seconda la competenza. La prima chiede riconoscimento, la seconda chiede ricostruzione. Entrambe, però, convergono sul medesimo principio: la trasparenza non è un’opzione, ma un dovere.
7. Conclusione: il dovere di ricordare
Questa memoria non è un atto di accusa, ma un atto di responsabilità. Serve a ricordare che la trasparenza non è una concessione, ma un dovere. Che il benessere organizzativo non può essere strumento di controllo, ma di cura. Che la dignità dei lavoratori pubblici si difende anche quando il procedimento è archiviato, e il silenzio sembra più comodo della verità. La Federazione DIRPUBBLICA continuerà a vigilare, a documentare e a testimoniare. Con fermezza, ma senza rancore. Con rispetto, ma senza paura. E con la consapevolezza che, di fronte a conclusioni illogiche come quelle dell’Agenzia - secondo cui la “presa d’atto” non avrebbe prodotto alcun atto amministrativo, quasi rimanendo nel pensiero dei suoi autori - si rivela, forse inconsapevolmente, una verità più profonda: che a seguito di una vicenda grave, non si è fatto “il resto di nulla”, come si dice in certe regioni italiane, con amara ironia.