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Dogane
NON CHIAMATELO BENESSERE, ERA SPIONAGGIO! DIRPUBBLICA DENUNCIA LA VERGOGNA DI GENOVA.
La DIRPUBBLICA ha presentato formale istanza di riesame ai sensi dell’art. 5, c. 7, del d.lgs 33/2013, a seguito del diniego opposto dall’Agenzia delle Dogane alla richiesta di accesso civico (https://www.dirpubblica.it/contents.aspx?id=4491) riguardante l’utilizzo improprio del questionario sul benessere organizzativo presso gli Uffici di Genova.
Un questionario trasformato in strumento di delazione. Secondo quanto emerso dagli atti di indagine della Guardia di Finanza, il questionario – nato per rilevare il clima interno e promuovere il benessere lavorativo – è stato distorto per raccogliere indebiti giudizi ai danni e dietro le spalle di una lavoratrice ignara, con finalità che nulla hanno a che vedere con la tutela del Personale. Un uso gravemente lesivo della dignità e dei diritti dei Lavoratori.
Resistenza istituzionale e opacità amministrativa L’Amministrazione ha risposto con una nota evasiva e difensiva, qualificando l’istanza come “esplorativa” e omettendo di fornire documenti pertinenti, nonostante la richiesta fosse circostanziata e supportata da atti ufficiali. DIRPUBBLICA denuncia una resistenza sistemica all’accesso, che si manifesta non solo nel silenzio dell’Agenzia, ma anche nell’assenza di riscontri da parte di altre Istituzioni, pur coinvolte nella vicenda. Tale atteggiamento contrasta con i principi di trasparenza, legalità e leale collaborazione sanciti dalla Costituzione e dalle Linee Guida ANAC.
Il ruolo della CGIL: una presenza inquietante Come evidenziato nel verbale della Guardia di Finanza pubblicato sul sito della Federazione https://www.dirpubblica.it/contents.aspx?id=4488, emerge un coinvolgimento diretto della CGIL nella gestione del questionario e nella raccolta delle segnalazioni. DIRPUBBLICA ritiene grave che un’organizzazione sindacale possa aver contribuito, anche indirettamente, a un meccanismo di controllo interno che ha prodotto effetti discriminatori e intimidatori. Il sindacato, per definizione, dovrebbe tutelare i Lavoratori, non prestarsi a pratiche che ne minano la fiducia e la serenità.
DIRPUBBLICA non arretra La Federazione ribadisce il proprio impegno a difesa della trasparenza amministrativa, della dignità dei lavoratori e del diritto di accesso come strumento di controllo democratico. Chiediamo che l’Amministrazione riveda la propria posizione, risponda puntualmente ai quesiti sollevati e renda disponibili gli atti richiesti. Invitiamo altresì tutte le organizzazioni sindacali a prendere posizione su quanto accaduto, affinché episodi simili non si ripetano.
Dichiarazione del Segretario Generale DIRPUBBLICA – Giancarlo Barra "Questa vicenda, tanto grave quanto simbolica, mette in luce una responsabilità che supera persino la tolleranza delle istituzioni e l’inquietante ruolo del sindacato che si è fatto promotore dell’azione. La responsabilità più profonda — e più dolorosa — è quella dell’accondiscendenza dei colleghi, i quali, di fronte a una prassi tanto volgare quanto lesiva della dignità umana, avrebbero dovuto opporre un fermo e consapevole rifiuto.
Questo comportamento mi addolora, perché tradisce il senso più alto del servizio pubblico e la solidarietà tra Lavoratori. Ma, allo stesso tempo, mi conforta e mi rafforza, perché è in questa resistenza morale che si manifesta il vero volto della DIRPUBBLICA: una federazione fatta da e per quei dipendenti pubblici che non barattano la legalità, non piegano la propria coscienza, e non si rendono strumenti passivi di un’amministrazione degenerata.
DIRPUBBLICA è, nella sua sostanza, il volto integro del pubblico impiego italiano. Viva l’Italia, viva la Costituzione."