15/07/2021 23:46:55 |
Dogane
IL RUOLO DEI CONTROLLI È STATO SVOLTO DALLA DIRPUBBLICA.
Questo è quanto emerge dalla rassegna stampa successiva alla diffusione su FaceBook, YouTube e Instagram della 5a puntata di LA CRITICA del 12/7 riguardante la prescrizione dei reati commessi durante lo svolgimento del Concorso a 69 posti da dirigente nell’Agenzia delle Dogane. Ecco gli articoli di SECOLO D’ITALIA, VOCE DELLE VOCI, LIBERALCAFÈ.IT -
SECOLO D’ITALIA
Da: https://www.secoloditalia.it/2021/07/agenzia-delle-dogane-trasparenza-addio-va-in-prescrizione-il-processo-del-concorso-farsa/
Agenzia delle dogane, trasparenza addio: va in prescrizione il processo del concorso-farsa
giovedì 15 Luglio 10:16 - di Redazione
Sfocia in un clamoroso nulla di fatto la vicenda giudiziaria relativa al concorso-farsa indetto nel 2012 dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per la copertura di 69 posti di dirigente. Nell’ultima udienza del processo penale in corso a Roma, i giudici hanno infatti annunciato che la prescrizione scatterà il prossimo 16 agosto. Una vera beffa per i tanti concorrenti che confidavano di trovare in tribunale quella trasparenza loro negata da una procedura concorsuale a dir poco truffaldina. Ma è stata una beffa anche per chi, come il combattivo sindacato Dirpubblica, si è costituito parte civile a differenza di altre organizzazioni di tutela dei lavoratori. La storia del concorso-farsa – dicevamo – comincia a dicembre 2012 con i test preselettivi. Le prove scritte sono fissate a luglio 2013 e quelle orali un anno dopo.
I temi in Gazzette Ufficiali contraffatte
Tanti i candidati, ma nessuno di loro può sapere che il concorso è stato bandito con uno scopo ben preciso: sanare la posizione di oltre cento funzionari nominati dirigenti “incaricati a tempo“. Il sistema per agevolarli è ingegnoso: le tracce dei temi, opportunamente sviluppate e quindi pronte per essere copiate, finiscono in Gazzette Ufficiali contraffatte. Ognuno dei 69 fortunati ne ha una poiché ne è ammessa la consultazione durante le prove. Se non fila tutto liscio come olio è solo perché uno dei beneficiari si trova fuori all’ultimo momento per far spazio ad un altro con santi ben più potenti dei suoi in seno all’Agenzia. Per tutti risposta, il concorrente sedotto e abbandonato ricorre al classico “muoia Sansone con tutti i Filistei”: denuncia prima sé stesso e poi tutti i suoi ormai ex-complici.
Il dg dell’Agenzia designato dai 5Stelle
Il concorso passa così sotto la lente di ingrandimento della magistratura: amministrativa prima e penale poi. Alla sbarra, tra gli altri, finiscono il presidente della Commissione giudicatrice, Enrico Maria Puja, e il commissario Alberto Libeccio. Nel muro di omertà qualche breccia si apre e alcuni candidati ammettono che il concorso era truccato. Si muove anche l’Agenzia che, a seguito di un audit interno, il 21 settembre scorso annulla la procedura in autotutela. Ma ormai è tardi. L’ingiustizia ha fatto il suo corso bloccando il processo. Chissà se il direttore generale dell’Agenzia Marcello Minnenna esulterà per l’intervenuta prescrizione. Dubbio legittimo, alla luce della sua provenienza 5Stelle. Che dite, lo batterà un colpo a commento di questa pagina nera scritta dall’Agenzia delle Dogane?
VOCE DELLE VOCI
Controstorie d’Italia
Quello che non conosci, non hai mai letto, non hai mai visto
Da: http://www.lavocedellevoci.it/2021/07/15/concorso-truffa-a-69-dirigenti-allagenzia-delle-dogane-ultimo-atto/
15 Luglio 2021 di: Redazione
CONCORSO TRUFFA A 69 DIRIGENTI ALL’AGENZIA DELLE DOGANE: ULTIMO ATTO.
Signore e Signori, eccoci all’ultimo atto di un concorso truffa. La farsa inizia nel 2012 con l’indizione di un concorso a 69 posti di dirigente all’Agenzia delle Dogane, si procede con le prove preselettive a dicembre 2012, le prove scritte a luglio 2013, le prove orali a giugno/luglio 2014. Molti dei candidati non sanno però che il concorso è fatto apposta per sanare la posizione di più di 100 funzionari che sono stati nominati dirigenti “incaricati” a tempo.
Il sistema ingegnato è semplice: le tracce dei temi vengono comunicate agli “amici”, sviluppate e assemblate all’interno delle Gazzette Ufficiali che in copertina si presentano come testi legalmente ammessi in consultazione durante le prove.
Il concorso passa ben presto sotto la lente di ingrandimento della Magistratura Amministrativa prima, e di quella Penale poi. Finiscono sotto inchiesta, e rinviati a giudizio, alti dirigenti dell’Agenzia, in particolare il Presidente della Commissione Enrico Maria Puja, il commissario Alberto Libeccio, e diversi candidati, alcuni dei quali ammettono pubblicamente di avere partecipato all’organizzazione della truffa e alla contraffazione delle Gazzette Ufficiali.
Il concorso, intanto, in data 21 settembre 2020 viene annullato in autotutela dalla stessa Agenzia delle Dogane a seguito di un Audit interno da cui era emerso un pericolo concreto e attuale che vi fossero, tra i candidati, soggetti che, utilizzando informazioni detenute illegalmente, avessero modificato i temi attraverso tecniche redazionali idonee a differenziarli.
A questo punto si potrebbe pensare che finalmente giustizia è fatta! C’è l’annullamento del concorso, c’è il processo penale in corso, si arriverà dunque a una verità processuale sulle responsabilità! E invece no! Arriviamo all’ultimo atto: il processo si prescrive il 16 agosto 2021, ma l’udienza di rinvio è fissata al 16 settembre 2021, un mese dopo la data di prescrizione!
Il processo finirà con un nulla di fatto: attività investigative di Polizia Giudiziaria, giornate intere di udienze dibattimentali che hanno impegnato Magistrati, Cancellieri, imputati, rei confessi, parti civili, interrogatori di ore e ore.. tutto vanificato dalla prescrizione. Costi sostenuti inutilmente dalla collettività.
È la debacle dello Stato di diritto e del sistema Giustizia: nessuna certezza, nessun colpevole, nessuna tutela per le vittime che, credendo nel merito, hanno partecipato ad un concorso con la legittima convinzione di poter competere nel rispetto della legalità e del principio di pari opportunità.
Tali princìpi sono ancora una volta violati da uno Stato che permette la prescrizione senza garantire un giusto processo, e da una Pubblica Amministrazione in cui sempre più prevale la selezione mediante cooptazione dei fedeli in nome dell’appartenenza, e non mediante concorso, garanzia di pari opportunità come prescritto dall’articolo 97 della Costituzione.
È una pagina buia che mina irreparabilmente la credibilità dello Stato e getta un’ombra molto grave sulla imparzialità della Pubblica Amministrazione.
LIBERALCAFÈ.IT
Da: https://www.liberalcafe.it/7150/giustizia/agenzia-delle-dogane-il-concorso-della-vergogna.html
Agenzia delle Dogane: il concorso della vergogna
Di redazione -15 Luglio 20210196
Nel 2011, ad un concorso all’Agenzia delle Dogane per dirigente; si presentarono in migliaia, senza sapere che tale procedura era predisposta per sanare la posizione di 69 funzionari già “incaricati di funzioni dirigenziali” (quelli che poi decaddero a seguito della sentenza 37/2015 della Corte Costituzionale). Tra i testi autorizzati alla consultazione c’erano la Gazzetta Ufficiale e il Regolamento europeo; alcuni di loro (i predestinati) erano in possesso dei testi contraffatti con la soluzione del tema. Lucio Pascale era uno di loro, ma all’ultimo momento venne “fatto fuori” essendo sopraggiunto un altro “beneficiario” (i posti erano solo 69 e gli incaricati da favorire quasi 400). “Muoia Sansone con tutti i Filistei”, deve aver riflettuto Lucio Pascale; fatto sta che a questo punto “vuota il sacco” e denuncia tutti, anche se stesso (ed, infatti; è uno degli imputati). I riscontri effettuati non diedero dubbi e i giudici rinviano a giudizio (quasi) tutta la “camarilla”, 11 persone, fra le quali eccelle un dirigente generale dell’Agenzia delle Dogane, Capo della Campania e della Calabria, il dott. Alberto Libeccio.
La dirpubblica che, intervenne subito chiedendo (il 28/04/2015) la destituzione del Direttore dell’Agenzia (Giuseppe Peleggi), quella del Capo del Personale (Alessandro Aronica), nonché di tutti i componenti della Commissione del Concorso. Al cambio della Guardia (la nomina di Giovanni Kessler) Dirpubblica continuò ad inseguire l’Amministrazione inviando una formale diffida ad annullare il concorso al nuovo Direttore. Un risultato, questo, conseguito dopo la nomina di altri due direttori (Benedetto Mineo e Marcello Minenna). Ieri, con una puntata dedicata al processo penale, DIRPUBBLICA (una delle Parti Civili), sul proprio canale YouTube e sulla propria pagina FACEBOOK, ha dedicato una puntata di LA CRITICA (lo spazio web di sua proprietà) per annunciare l’imminente prescrizione dei reati. Alla riunione, in piattaforma StreamYard, hanno partecipato: il segretario generale della Dirpubblica, Giancarlo Barra, l’avvocato Regina Tirabassi, penalista Romana che ha seguito il sindacato nel procedimento, l’avvocato Carmine Medici, difensore della Dirpubblica in tutti i processi al Tar e consiglio di Stato (e non solo), i giornalisti Giovanna Boursier e Stefano Caviglia, Ileana Colzi, dirigente sindacale e, in proprio, parte civile nel processo penale e Antonio Graziano, Addetto Stampa DIRPUBBLICA. Durante la trasmissione sono state approfondite tante altre tematiche, causa/effetto di numerosissime illegalità, come la piattezza della P.A. a causa della privatizzazione e la crisi della Giustizia, vista questa volta non come un problema della magistratura, ma come un’assenza dell’Amministrazione giudiziaria. In poche parole, è emerso che il ruolo dei controlli esterni (bruciati dalla privatizzazione) e quello dei controlli interni (inefficienti e pilotati) è stato svolto di fatto dalla DIRPUBBLICA.