03/06/2021 02:27:39 |
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LA FESTA ALLA REPUBBLICA IL FINE GIORNATA DI GIANCARLO BARRA
Chi ha visto l’ultimo REPORT si sarà reso conto che, in occasione del 2 giugno, c'è davvero poco da festeggiare. Gli affaristi di Stato non hanno lasciato perdere nessuna occasione per lucrare delle ghiotte occasioni offerte dall’emergenze in corso.
FINE GIORNATA
È LA RUBRICA CON LA QUALE IL SEGRETARIO GENERALE
DIRPUBBLICA COLLOQUIA PERIODICAMENTE CON I COLLEGHI
E I SIMPATIZZANTI DEL SINDACATO,
CHE HANNO RITENUTO D’ISCRIVERSI ALLA SUA
“MAILING-LIST” PERSONALE,
RACCONTANDO E COMMENTANDO FATTI E NOVITÀ RACCOLTI
NELL’ARCO DI UN DETERMINATO PERIODO O, APPUNTO,
A ...... “FINE GIORNATA”.
Mercoledì 2 giugno 2021
La Festa alla Repubblica!
Riflessioni
Chi, IL 31/05/2021, ha visto la trasmissione di REPORT ([1]) si sarà reso conto che, in occasione del 2 giugno, c'è davvero poco da festeggiare. Per me si è trattato dell'ennesima conferma. Gli ultimi (in ordine di tempo) affaristi di Stato non hanno lasciato perdere nessuna occasione per lucrare delle ghiotte occasioni offerte dall’emergenze in corso: dalle mascherine, alle tute per gli operatori sanitari, senza trascurare guanti e gel. Tutta gente “efficiente”, dalle azioni “efficaci”, mica ingessati e legati da mille “lacci e laccioli” come i vecchi funzionari dello Stato che, con uno stipendio da fame e tanta dignità, facevano funzionare la vecchia vaporiera dello Stato. Eppure, quei soggetti, al momento opportuno, potevano permettersi di dire: “No, sig. Ministro, questo non si può fare”. Fatto sta che con una sola operazione, quella sulle tute, sono stati consegnati ad una massaia romana, postasi al vertice di un estemporaneo consorzio, soltanto 83,6 milioni di Euro per la consegna di 11 milioni di tute antibatteriche. Il tutto senza “lacci e laccioli”. E’ stato Domenico Arcuri, ex Commissario all’emergenza Covid, proprio quel tale che si indignò con il direttore dell’Agenzia delle Dogane per l’avvenuto sequestro di materiale ospedaliero prodotto dalla multinazionale statunitense Medtronic. Un “affare” cui fece seguito una specifica attività della DIRPUBBLICA ([2]). Ma dalla massaia romana si apre un condotto che porta a Samuele Piccolo, detto “Mister Preferenze”, cioè l'ex vicepresidente dell'Assemblea capitolina ai tempi del Sindaco Alemanno (del quale era grande amico) e da Samuele Piccolo alla nobile schiatta dei Casamonica. Un affare di Stato, insomma!
Poi c’è la questione di 1,5 milioni di mascherine fasulle (quindi, inutilizzabili), tutte efficientemente approvate dal Comitato Tecnico Scientifico (sulla cui attendibilità si è già espressa la prestigiosa rivista internazionale NATURE) ([3]) a causa delle quali la Protezione Civile (alias lo Stato) ha perso ben 21.863.134,23 euro, senza nulla ottenere in cambio dalla Only Italia, la Società amministrata da Irene Pivetti, ex Presidente della Camera dei deputati (la terza carica dello Stato, cioè).
Stessa efficienza ed efficacia, priva di lacci e di laccioli, stesso malaffare, per la fornitura di guanti e per quella di gel disinfettante delle mani. Riguardate la puntata, è registrata sul sito della RAI!
Ciò che è significativo per il nostro discorso, però, è l’affare MOSE di Venezia (6 miliardi di euro spesi invano, 43 milioni di fatture false, 20 milioni di tangenti, un buco nel bilancio del Consorzio di circa 200 milioni di euro). Nonostante ciò, l’ex commissario del Consorzio Francesco Ossola, designato come consulente dal nuovo commissario del Mose, Elisabetta Spitz (una nostra vecchia conoscenza, come primo direttore dell’Agenzia del Demanio), ha continuato a percepire 1.100 euro per ogni giornata lavorativa, con l’efficienza e l’efficacia che sono sotto gli occhi di tutti. In questo contesto non è mancata una dirigente dello Stato, Cinzia Zincone, Provveditore alle Opere Pubbliche. Report l’ha definita una figura “depressa”; con minore cinismo, io la definirei, “neutrale”. Incolpevolmente, quanto istituzionalmente, neutrale di fronte a tutti questi molteplici eventi disastrosi che hanno impoverito le casse dello Stato e il prestigio delle istituzioni repubblicane. Ma questo è il frutto della privatizzazione che ha aperto le porte alle consulenze miliardarie elargite per svolgere male ciò che prima era effettuato bene, in cambio di uno stipendio pagato a un funzionario dello Stato. Al Mose, in piena bancarotta, si percepiscono 1100 euro al giorno di consulenze; al SOSE (Soluzioni per il Sistema Economico) presso il MEF il compenso è di 800 euro l’ora ([4]).
Dobbiamo, allora, porci una domanda. Abbiamo celebrato la Festa della Repubblica o abbiamo fatto la festa alla Repubblica?
Sta a Voi impiegati e dirigenti pubblici rovesciare questa situazione. Riappropriatevi del Vostro ruolo, potreste rappresentare il futuro della Repubblica, avete tutte le competenze tecniche e siete abituati a fare molto con poco. Ed è in questa prospettiva che DIRPUBBLICA, da parte sua, vi ha messo a disposizione DEMOS. Utilizzatela, non scherziamo!
Vostro, Giancarlo Barra.