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In questi giorni la stampa è quanto mai prolifica di attenzioni, dichiarazioni e interviste a esponenti governativi sul pubblico impiego, sulle agenzie fiscali, sull'ARAN e la rappresentatività sindacale. A pagina 11 di IL TEMPO di Roma del 18 u.s., il ministro Frattini ha affermato di essere contrario a "piani epocali di trasferimenti di personale e strutture, in quanto in questo modo si fanno i conti senza l'oste, non si considera che sono in gioco interessi di persone, in carne ed ossa". Anche in questo caso,rileviamo che è la prima volta che si sentono discorsi del genere su di noi. In un momento in cui sembra prevalere, sia a destra come a sinistra, il concetto industriale (per non dire altro) del lavoro nella pubblica amministrazione finalmente si fa riferimento all'uomo, alle sue esigenze e soprattutto alle sue imprevedibili reazioni. Certo vengono fatti, in contemporanea, altri discorsi contrastanti come l'istituzione del "meritometro". Siamo tutti per la meritocrazia ma non dobbiamo banalizzare il concetto, premesso che è una vana fatica quella di misurare il merito e che per essere veramente giusti e rendere a ciascuno ciò che vale è necessario avere una gran dose di umiltà, la prima cosa da fare in concreto, se si vuole davvero risanare la pubblica amministrazione, è quella di aprire le carriere. Eccoci, infatti, nuovamente dinanzi alle esigenze di ognuno, il lavoratore ha diritto ad una prospettiva di progresso e quindi chi gestisce il Personale è tanto più saggio ed illuminato quanto più pone a disposizione delle libere scelte di un suo amministrato la possibilità di andare avanti oppure di fermarsi. Questo è il cuore del problema! La vera novità non è quella di trovare un'altra inutile formula magica ma quella di far corrispondere ad un risultato un passo in avanti, all'accettazione di un trasferimento un progresso, all'assunzione di una più grande responsabilità, una promozione. Certo CGIL, CISL e UIL (e loro ruote di scorta) non vorranno mai una cosa del genere; siamo d'accordo che ci vuole un bel fegato a osare di appannare il potere della triplice sindacale, anche per un ministro ma (come dice Adamo Bonazzi, il Segretario Generale della nostra Confederazione USAE) "la libertà è un'altra cosa". Altri argomenti del giorno: ripensamento sulle agenzie fiscali; inutilità dell'ARAN; revisione della rappresentatività sindacale. Mi sembra che abbiamo lavorato bene in questi ultimi cinque anni se questo Governo ora è giunto alle medesime nostre conclusioni per il conseguimento delle quali abbiamo lottato, senza rete.
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