Data  02/10/2015 01:25:30 | Sezione Varie Varie

POS-POT, contro l’impronunciabile beffa DIRPUBBLICA apre una sottoscrizione.


Saloth Sar (detto Polpot).
Saloth Sar (detto Polpot).

Nulla sarebbe stato fatto e ottenuto senza DIRPUBBLICA; tutto tornerà come prima senza DIRPUBBLICA.




POS-POT, un binomio che, pronunciandolo velocemente, evoca la figura di Saloth Sar (detto Polpot), uno dei più terribili criminali della Storia dell’Umanità, tale addirittura da eclissare la memoria del Terzo Reich di Adolf Hitler. Questo paio di acronimi, invece, non è altro che il frutto della reazione governativa alla débâcle (peraltro annunciata) del sistema agenziale-fiscale italiano. Quando la Federazione DIRPUBBLICA ha provocato il crollo di 1.200 incarichi dirigenziali nelle tre Agenzie fiscali esigevamo, senza farci illusioni, ciò che ci sembrava “normale” e cioè: il commissariamento degli enti e il conseguenziale cambiamento del modello “agenzie”. Allo stesso tempo, eravamo convinti di aver sufficientemente dimostrato che nelle agenzie non servivano circa 2.000 dirigenti, posti uno alle dipendenze dell’altro in aperta violazione degli artt. 15 e seguenti del d.lgs. 30/03/2001, n. 165, ma che fosse necessaria l’istituzione di un’area predirigenziale cui affidare funzioni intermedie, paradirigenziali e delegate. Ed infatti, abbiamo detto e ripetuto in tutte le nostre assemblee e manifestazioni esterne che un numero così elevato di dirigenti (falsi o autentici che fossero) non servivano, anzi che erano di ostacolo alla funzionalità. I Governi Monti e Renzi (quello Letta è stato trascinato), invece, si sono sostanzialmente preoccupati di conservare ai dirigenti decaduti posizione e stipendi. Questo è stato, per loro, il bene della vita! Proprio pochi giorni fa abbiamo avuto la dimostrazione che tutti gli allarmi sul pericolo di blocco delle attività e sulla conseguente perdita netta per l’Erario per mancato accertamento delle imposte sono stati proclamati solo e soltanto per provocare l’ennesima soluzione politica che garantisse il ripristino dello status quo ante. Soluzione che è intervenuta in sede di conversione del dl 19/06/2015 (riguardante gli Enti locali) con la legge 06/08/2015, n. 125 che ha introdotto il famigerato articolo 47bis. Ciononostante il Personale (libero da intoppi) aveva addirittura aumentato l’attività rispetto agli anni precedenti (vedi l’intervista alla sig.ra Orlandi sul Corriere della Sera del 20/09/2015). Comunque, nulla avrebbe potuto l’Agenzia madre (quella delle Entrate) se non ci fosse stata una salda nervatura politica che la sostenesse; la sentenza della Corte Costituzionale n. 37 del 17/03/2015, con la quale è stata dichiarata l’incostituzionalità di ben tre “leggine” di copertura, dà per dimostrato l’antico teorema della DIRPUBBLICA: “il nido del ragno è fuori dalle agenzie”. Nessuno si illuda degli apparenti conflitti fra Entrate e Ministero che in questi ultimi giorni sono apparsi, la sostanza cui abbiamo a che fare è una e una sola: POS e POT (Posizioni Organizzative Speciali e Posizioni Organizzative Transitorie), strumenti necessari a garantire (costi quel che costi) “mani libere” sulla gestione del Personale, creando figure artefatte, anti-istituzionali, extra-contrattuali, parallele alla dirigenza e preferite alla stessa. A questo punto non importa verificare quanti, fra i destinatari finali delle POS-POT, saranno gli ex dirigenti incaricati (secondo alcuni, se fossero pochi il sistema sarebbe giusto; se fossero molti il sistema sarebbe sbagliato). Ahimè, se anche nessuno degli “ex” fosse confermato, si realizzerebbe ugualmente un danno irreparabile all’Ordinamento. In tal caso, infatti, avremmo nuovi favoriti con vecchi sistemi. La regola aurea, attualmente, resta il concorso pubblico che le Agenzie non vogliono adottare (vedi lo pseudo richiamo del Mef alle Entrate - Lettera n. 3-8403 del 20/09/2015). Non è finito, quindi, il compito di DIRPUBBLICA in quanto si prevede l’apertura di una nuova stagione di ricorsi. Teniamo bene a mente che senza DIRPUBBLICA nulla sarebbe stato fatto e ottenuto, nonostante molti (sindacati e non) lascino credere che sia una loro conquista; consideriamo anche che DIRPUBBLICA non gestisce CAF, Patronati, soldi pubblici, non procura stipendi da favola, né pensioni privilegiate, ma gestisce i contributi degli iscritti per perseguire un’idea.

DIRPUBBLICA, inoltre, non è un PM né un organo di controllo, non è una fondazione e neppure una holding finanziaria, ma un Sindacato che, come detto sopra, con le risorse derivanti dalle iscrizioni deve gestire numerosissime altre attività differenti dai ricorsi giurisdizionali. Per cui, se quella prospettata è una strada giusta e condivisibile, essa deve essere finanziata attraverso una raccolta fondi speciale e dedicata. Per questo viene aperta una sottoscrizione pubblica che, oltre a tutto, costituisce la migliore forma di partecipazione e consenso.

Allegati:

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(Pos-Pot, La Mezza Pagina del 02/10/2015. - 534,9Kb)



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