Data  03/12/2012 00:00:00 | Sezione Giustizia Giustizia

Una giornata particolare



Salone della Giustizia e cloud computing - ecco i resoconti. Giovedì 29/11/2012 abbiamo partecipato, in contemporanea, a due importanti manifestazioni: l’inaugurazione del Salone della Giustizia alla Fiera di Roma e il “Cloud Computing” per la Pubblica Amministrazione al Roma Eventi, presso Piazza di Spagna.




Alla giornata di apertura del 4° Salone della Giustizia, puntualmente alle ore 10.00, la Banda Musicale del Corpo di Polizia Penitenziaria ha intonato l’Inno di Mameli, poi il senatore Filippo Berselli, Presidente della Commissione Giustizia del Senato, in sostituzione del Ministro Paola Severino (assente in quel momento) ha avviato un discorso inneggiante la legalità, il bisogno di giustizia e la volontà dell’Italia di far rientrare dall’India i nostri marò. Era accanto a lui il Presidente del Tribunale Superiore della Giustizia della Repubblica Argentina Luis Fernando Lozano il quale, senza traduttore, ha detto cose che devono essere state molto interessanti, quanto incomprensibili, per chi non conosceva lo spagnolo. Berselli, quindi, in conclusione ha invitato gli ascoltatori a firmare il murale “I NOSTRI MARÒ SUBITO A CASA” (cosa subito eseguita dalla nostra delegazione). DIRPUBBLICA ha avuto modo di avvicinare l’illustre parlamentare per rivolgergli una domanda, si volevano conoscere i motivi per i quali alla manifestazione non era presente l’Amministrazione giudiziaria con i suoi impiegati e dirigenti, ma appena formulata la richiesta, gli uomini della sicurezza, con grazia e “savoir-faire”, hanno separato gli appartenenti al Sindacato dall’uomo politico della destra italiana il quale, così, è restato muto e non ha dato alcuna risposta.
In effetti, al Salone della Giustizia, c’erano proprio tutti: il Corpo di polizia penitenziaria, il Ministero dell'istruzione, università e ricerca, la Corte d’appello e il Tribunale di Bologna, la Camera di commercio di Roma, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, l’ACI, la Fondazione Italiana Cuore e Circolazione – l’onlus A.L.I.CE., il Dipartimento della Protezione Civile, il Ministero della Difesa, l’Arma dei Carabinieri, la Polizia di Stato, il Corpo Forestale dello Stato, le Capitanerie di Porto - Guardia Costiera, la Guardia di Finanza, il Ministerio de Seguridad y Justicia de la Ciudad Autónoma de Buenos Aires, il Ministerio Público y Fiscal de la Ciudad Autónoma de Buenos Aires, l’immancabile EQUITALIA e numerosi altri, ma il grande assente è stato il Ministero della Giustizia, fatto salvo lo stand dedicato al DOG – Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria presidiato, però, da personale della TELECOM.
Con somma soddisfazione abbiamo, invece, costatato che l’assenza dell’Amministrazione giudiziaria era compensata dall’Associazione Dirigenti Giustizia, presso il cui stand siamo stati
ricevuti. Si è trattato di un momento, all’insegna della cordialità, durante il quale è stato possibile intrattenerci, scambiandoci idee e riflessioni, sulle problematiche del Ministero della Giustizia.
Successivamente, presso la Sala Baebiana del padiglione 10 abbiamo assistito al Convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Roma “Legalità e oltre” cui sono intervenuti: Giancarlo Cremonesi, Presidente Camera di Commercio di Roma, Giuseppe Pignatone, Procuratore capo di Roma, Ivan (o Ivanhoe) Lobello, Vice Presidente Confindustria, Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia e Mario Orfeo, direttore di IL MESSAGGERO, in qualità di moderatore. La sala era gremita di studenti di varie scuole, fra i quali quelli del Liceo Scientifico “Benedetto Croce” di Roma che hanno aperto i lavori. Con un separato documento pubblicheremo i dettagli degli interventi e i nostri commenti.
Contemporaneamente si è svolto a Roma Eventi – Fontana di Trevi, in Piazza della Pilotta 4 un convegno sul “Cloud Computing” per la Pubblica Amministrazione, promosso da Forum PA, Astrid e Think!
La partecipazione di DIRPUBBLICA ad un incontro così tecnico, in quanto incentrato (banalizzando) sull’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche nella PA, si comprende alla luce non solo delle implicazioni organizzative ed ordinamentali sul personale operante nelle Amministrazioni, ma anche e soprattutto per l’evoluzione della strategia complessiva di gestione della Pubblica Amministrazione in termini di poteri politici ed economici ed incidenza su cittadini ed imprese dal punto di vista di imparzialità e terzietà nella gestione della “cosa pubblica”.
Per l’efficace funzionamento dei servizi pubblici è certamente fondamentale l’innovazione tecnologica, informatica e progettuale in genere; senza questa nuova impostazione culturale il beneficio sociale derivante dal lavoro pubblico viene meno. Le azioni promosse dai Governi e dai Ministri della Pubblica Amministrazione che si sono succeduti negli ultimi anni sono molto importanti, ma hanno trovato terreno fertile in un numero relativamente basso di Pubbliche Amministrazioni. Il cittadino non raccoglie ancora, se non in modo parziale, i benefici di questa rivoluzione tecnologica e di queste semplificazioni ed è corretto, quindi, intensificare le iniziative di modernizzazione di tecnologie, procedure e mentalità con la quale si affrontano le attività istituzionali della PA. Si tratta di un’evoluzione principalmente culturale, che deve coinvolgere soprattutto i giovani ai quali deve essere garantito, anche nella Pubblica Amministrazione, un ampio spazio d’espressione. Tutto ciò – non solo inevitabile ma auspicabile – ci porta tuttavia ad affrontare due questioni che incidono, sempre, sulla collettività e sul concreto beneficio sociale.
La prima questione riguarda gli operatori interni alla PA, che sono stati spesso assunti con procedure e requisiti non omogenei con questa nuova, moderna, Amministrazione Pubblica e, quindi, si ha bisogno di forti investimenti nella formazione e nella selezione di ulteriore personale, giovane ed adeguato. Ma tutto ciò necessita di risorse economiche che i Governi non ritengono utile assegnare, confidando che sia sufficiente bloccare le assunzioni, sospendere gli incrementi stipendiali e tagliare fondi per l’acquisto di beni e servizi per far nascere una nuova metodologia di grande efficacia e piccola spesa. Inoltre, appare sempre più difficile motivare il personale quando l’ordinamento del Pubblico Impiego non consente più, alcuna possibilità di sviluppo professionale e di riconoscimento per i propri meriti e le proprie capacità. Questo perché il rapporto di lavoro del personale pubblico è ostaggio di sistemi di contrattazione para-privatistici ed assolutamente inefficaci. La contrattazione gestita da grandi sindacati famelici e da una controparte pubblica disattenta, ha fatto sì che si distribuissero risorse economiche “a pioggia” ed ha reso impossibile un’obiettiva valutazione del personale. Non esistono, infatti, nel Pubblico Impiego, sistemi veramente premiali (presenti nel lavoro privato) ma solo strumenti coercitivi e punitivi. Serve, quindi, una riforma culturale, ancor prima che legislativa, del Pubblico Impiego.
La seconda questione attiene la strategia di gestione delle risorse tecnico-informatiche e delle risorse umane dalle quali dipende l’erogazione dei servizi e l’attuazione, in genere, dei compiti
istituzionali riservati alla PA. L’esasperazione dell’esternalizzazione di servizi ed attività critiche per la PA significa essere dipendenti da soggetti commerciali esterni alla Pubblica Amministrazione ed estranei alla responsabilità sociale di cui Essa è titolare. Appare indispensabile, quindi, mantenere a livello pubblico la governance di tutto il processo, per consentire la costante messa a fuoco delle responsabilità pubbliche e del ruolo dei partner aziendali comunque fondamentali nella modernizzazione della Pubblica Amministrazione.
L’UFFICIO STAMPA

Allegati:

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